Sentenza della Corte di Cassazione n. 1898 del 24 gennaio 2022

Con la sentenza n. 1898 del 24 gennaio 2022, la sezione quinta della Corte di Cassazione...

Con la sentenza n. 1898 del24 gennaio 2022, la sezione quinta della Corte di Cassazione si è pronunciata in merito alla sussistenza delle "oggettive situazioni" che legittimano la disapplicazione della normativa sulle società di comodo laddove il contribuente sia in grado di dimostrare oggettivamente la non fittizietà di quanto dichiarato, senza distinzioni tra cause esterne e libere determinazioni dell’imprenditore stesso. 

Il caso al vaglio della Suprema Corte trae origine dalla costituzione di una s.r.l. da parte di un imprenditore individuale, unitamente ad un altro socio. Nella nuova società il primo ha conferito la propria impresa individuale, avente ad oggetto la gestione di un rifugio alpino, mentre il secondo denaro. Una volta costituita, la nuova società ha poi dato in locazione l’immobile utilizzato per l’attività ricettiva. 

Secondo l’Agenzia delle Entrate, la società deve considerarsi strutturalmente non operativa, non disponendo di beni aziendali da utilizzare per la produzione di beni e servizi e possedendo un solo bene immobile concesso in locazione a terzi. 

La Corte di Cassazione, invece, ha accolto la tesi della società contribuente. In particolare, i giudici hanno ricordato che la finalità sottesa alla disciplina in esame è quella di scoraggiare l'uso dello strumento societario per l'intestazione di beni non funzionali allo svolgimento dell'attività d'impresa e, quindi, per il possesso e la gestione di beni immobili e partecipazioni societarie. L’applicazione della disciplina, tuttavia, può essere superata in presenza di oggettive situazioni che hanno reso impossibile il conseguimento dei ricavi, degli incrementi di rimanenze e dei proventi o del reddito. Tanto premesso, la Suprema Corte ha osservato come “ogni situazione in grado di giustificare la divergenza tra il quantum dichiarato dal contribuente ed il quantum determinato applicando i parametri di legge deve essere presa in considerazione al fine di verificare il superamento delle presunzioni di legge. La caratteristica di "oggettività" delle situazioni che il contribuente può far valere, nella ratio dell'art. 30, comma4-bis non ha, infatti, la funzione di distinguere tra cause esterne, che si impongono al soggetto, e cause che derivano (anche solo in parte) da libere determinazioni di quest'ultimo, ma quella di richiedere che quest'ultimo sia in grado di dimostrare oggettivamente la non fittizietà di quanto dichiarato”. Ebbene, nel caso di specie si è ritenuta la sussistenza delle “oggettive situazioni” per il fatto che da un lato, la costituzione della s.r.l. costituiva la sola possibilità percorribile per evitare il fallimento del ristorante, e, dall'altro, l'ammontare del canone di affitto è da considerarsi equo rispetto ai valori di mercato. 

La sentenza in commento appare d’interesse per il fatto che sembra discostarsi dai precedenti orientamenti della Cassazione sul tema. In particolare, appare innovativa l’affermazione secondo cui le “oggettive situazioni” che legittimano la disapplicazione della disciplina sulle società di comodo sussistono ogniqualvolta il contribuente sia in grado di dimostrare la non fittizietà di quanto dichiarato, senza distinzioni tra cause esterne e libere determinazioni dell’imprenditore stesso. Fino ad ora, invece, la giurisprudenza di legittimità si era attestata sulla posizione secondo cui solo cause esterne, non dipendenti in alcun modo da una scelta consapevole dell’imprenditore, potevano legittimare la disapplicazione della normativa in esame (ex multis, Cass. 23384/2021). 

 

#Corte di Cassazione # società di comodo # disapplicazione  

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