Con la sentenza n. 33703 del 14 ottobre 2025, la Terza Sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso proposto da due indagati per reati tributari, annullando con rinvio l’ordinanza del Tribunale di Napoli che aveva confermato il sequestro preventivo di beni disposto a fini di confisca.
Nello specifico, la Corte ha precisato che, anche in materia di reati fiscali, il giudice che dispone il sequestro deve motivare concretamente il “periculum in mora”, ossia le ragioni che rendono necessaria l’immediata misura ablativa per evitare la dispersione del profitto del reato. Infatti, richiami generici alla “fungibilità del denaro” o al semplice rischio di dissipazione non sono sufficienti a fondare la misura cautelare.
Il principio si inserisce nel solco di una linea giurisprudenziale che esclude ogni automatismo nella disposizione del sequestro, imponendo una valutazione effettiva e individualizzata del pericolo.
In sintesi, la Cassazione ha confermato che la motivazione sul periculum deve essere specifica e riferita al caso concreto, pena l’annullamento del provvedimento cautelare.
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