Ordinanza della Corte di Cassazione n. 18556 del 8 giugno 2022

Con l’Ordinanza n. 18556/2022, la Corte di Cassazione ha precisato che il regime di esenzione previsto dall'art. 19 della Legge n. 74 del 1987 trova applicazione anche con riferimento al provvedimento...

Con l’Ordinanza n. 18556 del 8 giugno 2022 la Corte di Cassazione ha specificato che è illegittima l’imposta di registro relativa al provvedimento di divisione giudiziale della comunione legale conseguente ad una precedente sentenza di scioglimento del matrimonio in quanto trova applicazione il regime di esenzione previsto dall'art. 19 della Legge n. 74 del 1987.

Ed infatti, come noto, l’art. 19 della Legge n. 74 del 1987 stabilisce espressamente che “tutti gli atti, i documenti ed i provvedimenti relativi al procedimento di scioglimento del matrimonio o di cessazione degli effetti civili del matrimonio nonché' ai procedimenti anche esecutivi e cautelari diretti ad ottenere la corresponsione o la revisione degli assegni di cui agli articoli 5 e 6 della legge 10 dicembre 1970, n. 898, sono esenti dall'imposta di bollo, di registro e da ogni altra tassa”.

Tanto premesso, la Suprema Corte, respingendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ha condivisibilmente osservato, per un verso, come la ratio dell’agevolazione consista nella volontà di favorire le famiglie già indebolite dalla crisi coniugale che addivengono alla complessiva sistemazione dei rapporti patrimoniali dipendenti dalla lite divorzile, mentre per altro, che lo scioglimento della comunione insieme ai relativi trasferimenti mobiliari e immobiliari, non costituisce ragionevolmente un indice di capacità contributiva.

Inoltre, a tal proposito, la Cassazione ha puntualmente dedotto come la giurisprudenza di legittimità abbia già riconosciuto la spettanza dell’agevolazione ex art. 19 della Legge n. 74 del 1987 con riferimento agli atti esecutivi degli accordi intervenuti tra i coniugi in esito alla separazione personale o allo scioglimento del matrimonio.

Pertanto, alla luce di quanto sorpaesposto, la Suprema Corte ha stabilito che, con riferimento all’applicazione dell’imposta di registro sugli atti giudiziari, beneficia del regime di esenzione previsto dal predetto art. 19 anche la sentenza di divisione giudiziale della comunione legale dei coniugi, conseguente al mancato raggiungimento di accordi.

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