Con la risposta a interpello n.500 del 21 luglio 2021, l’Agenzia delle Entrate si è pronunciata sul corretto trattamento fiscale degli interessi pagati ad una banca estera priva di stabile organizzazione in Italia da clienti ivi residenti, non esercenti attività d'impresa, per effettuare investimenti all'estero. In particolare, l’Istante erroneamente riteneva di non dover tassare i proventi in Italia, posto che l’impego dei capitali avveniva all’estero. L’Agenzia, invece, ha dapprima chiarito che per "impiego del capitale" si intende l'impiego operato dal percettore del reddito ossia, nel caso di specie, dalla banca istante. In secondo luogo, ha richiamato l’art. 23, comma 1, lettera b) del TUIR, secondo cui si considerano prodotti in Italia i redditi di capitale corrisposti dallo Stato, da soggetti residenti nel territorio dello Stato o da stabili organizzazioni nel territorio stesso di soggetti non residenti, con esclusione degli interessi e altri proventi derivanti da depositi e conti correnti bancarie postali, e l’art. 44, comma 1, lettera a) del TUIR, a norma del quale sono redditi di capitale gli interessi e gli altri proventi derivanti da mutui, depositi e conti correnti. Sulla base di tale normativa, dunque, l’Agenzia delle Entrate ha correttamente chiarito che gli interessi derivanti dai finanziamenti erogati dalla banca estera priva di stabile organizzazione in Italia a persone fisiche residenti sono soggetti ad imposizione in Italia.
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